Condannato a 4 anni Michelangelo Nava, maestro di karatè.
La sua storia è stata a lungo tenuta nascosta. Pochi gli articoli sui fatti realmente accaduti. Ignorate completamente dalle Federazioni sportive di ogni ordine e grado ( a breve pubblicheremo un po’ di documenti al riguardo) le richieste di intervento da parte delle vittime.
Forse perchè, come spesso qua gridiamo, esistono pedofili di serie A e pedofili di serie b. E quelli di serie A vanno protetti per mantenere immacolate facciate dietro le quali, di immacolato non c’è nulla da diverso tempo.
Ma andiamo in ordine.
Nel periodo dal 2002 al 2008 il noto maestro di karatè Michelangelo Nava, (classe 1960 bergamasco), molto attivo e conosciuto nel suo ambiente ha abusato di alcune allieve. A lui affidate per eccellere (cosa che peraltro faranno) nello sport, ma finite in un girone che una di loro ha definito con parole eloquenti: “infernale”.
A Bergamo nel 2011 dopo un lungo doloroso processo, dove le vittime si ritrovano a rivivere abusi ed umiliazioni, il Tribunale emette una condanna ad una pena di gran lunga superiore (sette anni e sei mesi) a quella richiesta dal Pubblico Ministero (3 anni e 4 mesi).
Ora pochi giorni fa (per l’esattezza il 20 giugno 2013) a Brescia il processo di appello. Che ha riportato la pena, confermandone la grave motivazione degli abusi, ad un totale di anni 4, confermando l’interdizione dai pubblici uffici.
Inutile dire che la campagna a favore del maestro è ripartita alla grande:
leggete ad esempio questo commento, l’unico lasciato su un sito internet di un giornale locale bergamasco e capirete perché oggi finalmente decidiamo di scendere in campo e tutelare le vere vittime che peraltro fanno parte del nostro coordinamento nazionale vittime pedofilia:
“Ma lasciate in pace questo maestro! Ormai al giorno d’oggi non si può fare più nemmeno uno sport individuale come il karate per finire nei guai?! Dovrebbero denunciarmi ogni volta che entro in palestra allora! E’ normale che una posizione va corretta toccando il bambino/a-ragazzo/a ! Parliamo allora dell’educazione data dal calcio? Sono rimasta di sasso l’ultima volta che in oratorio ho assistito ad una partita dei pulcini… bestemmie, insulti, esclamazioni poco signorili, e il tutto dagli stessi genitori! Bisognerebbe insegnare cosa è davvero giusto e cosa è sbagliato ai giovani d’oggi. Vicina al Maestro di Karate, che stimo tantissimo.”
Il post è firmato da tale ALICELABIONDA, che specifica il proprio colore forse per differenziarsi da ALICELABRUNA, ALICE LAMORA e via tutto il circo per intero…..ma al di là della firma spiega cosa ancora debbano subire le ragazze abusate dal Nava.
Così come il vergognoso articolo uscito sul processo di secondo grado che fa intuire ai lettori che in realtà il povero maestro sia stato condannato per dei “palpeggiamenti” male interpretati, o meglio “per dei normali contatti fisici finalizzati all’addestramento ed all’allenamento del corso di karatè”.
Unica risposta possibile a questa campagna denigratoria, leggere la sentenza di primo grado per vedere quali reati gli sono stati imputati, in attesa delle motivazioni della sentenza di 2° grado che andremo a rendere pubblica e i cui fatti imputati, supponiamo restino inalterati…..(ma questo lo chiariremo a tempo debito, sentenza di secondo grado alla mano).
Nel 2011 Michelangelo Nava viene imputato per questo motivo:
a) (…) perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in tempi diversi costringeva, MINORE A (nostro omissis – data di nascita 1992) a subire atti sessuali contro la sua volontà, in particolare la baciava, la toccava, anche nelle parti intime, si strofinava contro il suo corpo, la leccava, le faceva apprezzamenti lascivi e le chiedeva a sua volta di toccarlo e baciarlo.
Con l’aggravante di avere commesso i fatti nei confronti di persona infraquattoridicenne.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con abuso di autorità nei confronti di un’allieva, trattandosi di allenatore di Karate.
In Treviolo (Bg), Grado, Cesenatico e altrove dal 2004 al 2007.
b) (…) perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in tempi diversi costringeva, MINORE B (nostro omissis – data di nascita 1990) a subire atti sessuali contro la sua volontà, in particolare la baciava, la toccava anche nelle parti intime, si strofinava contro il suo corpo, in una occasione si leccava un dito e glielo metteva in bocca, le mandava messaggi lascivi e le chiedeva a sua volta di toccarlo e baciarlo.
Con l’aggravante di avere commesso i fatti nei confronti di persona infraquattoridicenne.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con abuso di autorità nei confronti di un’allieva, trattandosi di allenatore di Karate.
In Verona, Grado, Fai della Paganella e altrove dal 2003 al 2007.
c) (…) perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in tempi diversi costringeva, MINORE C (nostro omissis – data di nascita 1987) a subire atti sessuali contro la sua volontà in particolare la baciava, la toccava anche nelle parti intime, le prendeva la mano e si faceva toccare nella zona pubica, le faceva apprezzamenti lascivi.
Con l’aggravante di avere commesso i fatti nei confronti di persona infraquattoridicenne.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con abuso di autorità nei confronti di un’allieva, trattandosi di allenatore di Karate.
In Treviolo e Ambivere, dal 2000 al 2005.
d) (…) perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in tempi diversi costringeva, MINORE D (nostro omissis – data di nascita 1986) a subire atti sessuali contro la sua volontà, in particolare, in una occasione toccandole in seno e i glutei e alte volte toccandole le cosce.
Con l’aggravante di avere commesso i fatti nei confronti di persona infraquattoridicenne.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto con abuso di autorità nei confronti di un’allieva, trattandosi di allenatore di Karate.
In Mapello e altrove dal 1998 al 2003.
Questi dicevamo i capi d’imputazione per cui fu chiamato a giudizio. Capi che ci permettiamo di dire, aprendo una parentesi di riflessione personale, ci fanno ancora oggi inorridire, soprattutto se pensiamo che questo soggetto ha continuato a svolgere il suo lavoro stando a contatto ogni giorno con minori coetanei delle ragazze abusate.
Questa la condanna in primo grado:
(…) I reati posti in essere dall’imputato possono ritenersi altresì avvinti dal nesso della continuazione essendo evidente la medesima finalità di soddisfazione sessuale sottesa agli stesi.
Avuto, pertanto, riguardo ai criteri di cui agl’art. 133 c.p. – ed, in particolare al fatto che l’imputato aveva per anni insistentemente molestato le sue atlete, appare congruo irrogargli una pena di anni 7 e mesi 6 di reclusione (…). Nava è tenuto altresì al risarcimento dei danni morali e biologici subiti dalle persone offese, in considerazione della tangibile sofferenza patita dalle stesse e dai disturbi alimentari conseguenti agli abusi (…).
E su quest’ultimo punto vorremmo aprire una aprentesi prima di concludere questo primo articolo sul caso.
I danni delle vittime.
Che non sono stati solo quelli che avete letto qua sopra. Sono danni che su alcune di loro ancora continuano. Sia in termini di salute che di serenità.
Ed anche e soprattutto di ordine “sportivo”. Nel senso che le vittime (tutte dotate e brave campionesse) oggi hanno dovuto abbandonare quel mondo a cui in termini di premi e riconoscimenti, hanno dato tanto. Mondo che non le ha tutelate, anzi…tutt’altro….
Per fortuna hanno testa e cuore per eccellere in altri campi. La vita, in primis, che si stanno riprendendo dopo anni di buio e dolore.
Visti i tempi della legge ora si dovrà attendere almeno un altro anno prima della Cassazione che se confermerà quanto emerso dai primi due processi farà spalancare l e porte del carcere per il maestro.
A meno che non si verifichi un caso Bocchio bis. Pedofilo condannato in tre gradi di giudizio e poi datosi alla macchia grazie anche ai suoi contati internazionali….